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The Shard, il grattacielo più alto d'Europa

Si erge dalla città come una frammento di cristallo. Spunta dal terreno dove mai lo si sospetterebbe, una scheggia di vetro e di cemento che pare anche essersi danneggiata alla sommità per lo sforzo di incidere l'asfalto londinese. Un grattacielo che pare voglia librarsi in aria, quasi arrivare al cielo, come un missile, come se avesse deciso di sfidare la Swiss Re Tower di Foster. Domina la città, volente o nolente. 310 mt di cristallo non passano certo inosservati, e men che mai le creazioni di Renzo Piano. The Shard non è solo un grattacielo, ma è una città, una "storia verticale" che parte da sottoterra, nella metropolitana, arriva alla strada e si connette con bus e treni, poi sale e diventa uffici, negozi, ristoranti, alberghi, appartamenti, e culmina con una sommità aperta a tutti per permettere di affacciarsi sull'intera Londra. The Shard è un progetto, un progetto di vita.

The Shard Londra

Gli stranieri della scheggia

Nel 2000, l'imprenditore londinese Irvine Sellar decise di riqualificare il Southwark Tower, edificio di 24 piani degli anni '70, accanto alla stazione di London Bridge, mosso dal desiderio di costruire un'architettura eccezionale ed innovativa, in grado di divenire il simbolo del nuovo sviluppo londinese. Si rivolse all'architetto italiano Renzo Piano come seconda scelta, dopo che una prima proposta dello studio londinese Broadway Malyan venne respinta dal Comune. Così incontrò a Berlino Piano, che secondo Sellar, per tutto il pasto parlò con disprezzo degli edifici troppo alti, per poi abbozzare un edificio-iceberg che spuntava dal Tamigi, ispirato dalle vele delle navi (altra grande passione dell'architetto genovese), dalle guglie londinesi, e dalle linee ferroviarie accanto al sito. L'ambizioso progetto ha incontrato inizialmente molte difficoltà a causa dell'instabilità del mercato finanziario e della crisi economica, che ha fatto crescere dubbi sulla fattibilità del progetto. La costruzione è stata quasi annullata, finché nel 2008 sono intervenuti investitori del Qatar, che con una quota di investimento di 150.000.000 sterline si sono aggiudicati l'80% della società e la gestione del progetto.

Tra polemiche e futuro

La costruzione ha alimentato e tuttora alimenta numerose polemiche nell'opinione pubblica, che in alcuni casi (anche casi "reali", come Carlo), giudica l'insieme troppo imponente, tanto da sovrastare, letteralmente da oscurare, simboli della città come la Cattedrale di St Paul. Ma lo stesso Piano risponde a queste critiche sottolineando che quando la stessa cattedrale venne costruita, per la Londra del tempo, appariva troppo alta, troppo moderna, e richiese tempo per esser apprezzata. E lo stesso destino potrebbe essere quello di The Shard, che oggi a taluni appare sovradimensionato, ma nella Londra del futuro potrebbe assumere un aspetto diverso; perché in fondo l'architettura si misura in secoli, e bisogna comprendere che adesso le città non possono svilupparsi orizzontalmente, ma verticalmente, bisogna costruire sul costruito, al fine di evitare di fare del mondo una immensa baraccopoli, che rischierebbe poi di eliminare totalmente lo spazio verde. Difatti, Londra ancora si circonda di un perimetro verde (visibile dall'osservatorio di The Shard, The View), un limite fisico per cui lo sviluppo doveva e deve avvenire entro tale confine.

Il quartiere: la rinascita di Southwark

La rivalutazione della zona scelta gioca un ruolo essenziale nel progetto: l'area di Southwark, il nuovo quartiere che sta rinascendo attorno alla London Bridge Station, fino a pochi anni fa era considerata una periferia industriale mentre ora è uno dei luoghi più frequentati della città; dal London Eye parte una divertentissima e animata strada costeggiante il Tamigi, con bancarelle, artisti di strada e ragazzi in skate, bar e ristoranti, piena di attrazioni e luoghi da ammirare, che conduce alla Tate Modern, per poi culminare nel Millennium Bridge di Foster; inoltre in zona si trovano il More London sempre di Foster, il Neo Bankside di Rogers, e il Design Museum di Conran. Insomma, il quartiere è interessato da un generale processo di rinnovamento, a cui gli investitori hanno dato un notevole contributo realizzando opere di miglioramento della zona circostante e promettendone ancora altre.


La "città verde verticale": modernità ed ecosostenibilità

Una delle priorità per la costruzione di The Shard è stata la ricerca del materiale da utilizzare per le facciate esterne, ossia il vetro. Una ditta olandese ha realizzato 11 mila pannelli ad alta tecnologia, privi di ferro e dalla massima limpidezza, che sono sovrapposti in tripli strati con lamelle inserite all'interno per ottenere riparo dal sole e oscuramento. La totale trasparenza contribuisce alla teatralità, alla magnificenza dell'edificio: dall'interno il visitatore può osservare l'intera città dall'alto e dall'esterno i cristalli inclinati riprendono le variazioni cromatiche del cielo, riflettono e partecipano alla mobilità della città, cambiano colore a seconda delle condizioni atmosferiche, e di notte, inoltre, il vetro riflette e diffonde le luci della capitale e illumina con le proprie. Infatti, all'interno del grattacielo, concepito da Piano come una vera e propria "città verticale" si trovano differenti realtà: l'area destinata agli uffici occupa la parte più bassa, dal 2° al 28° piano; dal 31° al 33° si trovano numerosi ristoranti; dal 34° al 52° piano il lussuoso albergo Shangri-là e una SPA; dal 53° al 65° le esclusive residenze; dal 68° al 72° le gallerie panoramiche che offrono una vista mozzafiato sulla città. Per permettere un rapido spostamento, vi sono 44 ascensori collocati nel nucleo centrale, che a contrasto con l'apparente fragilità del vetro esterno, è composto di calcestruzzo e cemento armato.

 

the shard grattacielo Londra
La struttura portante è completata da una serie di elementi posti uno sopra l'altro: le fondamenta sono in cemento armato, gli uffici sono contornati da una cornice d'acciaio, le stanze dell'hotel da una cornice di cemento, e un'altra cornice d'acciaio per gli ultimi piani composti da gallerie panoramiche e punti di osservazione. Questa sovrapposizione di elementi in cemento e acciaio non è solo una scelta stilistica, ma compensa le oscillazioni del grattacielo conferendogli maggiore stabilità. Tra le "fratture" in cui si articola il volume vi sono ritagliati giardini d'inverno ventilati naturalmente che offrono a uffici e residenze uno spazio vitale spesso negato in edifici di questo tipo, e vi sono aperture di servizio che permettono a dei bracci meccanici di pulire l'esterno o procedere ad interventi di manutenzione della facciata. A dispetto di tutto ciò, sono presenti soltanto una quarantina di posti auto, proprio per sottolineare il luogo dove è nata (dalle ceneri di una stazione), per enfatizzare e sfruttare la vicinanza e la connessione con una delle stazioni più grandi di Londra, la London Bridge Station.

 

 

A riprova dell'attenzione di Piano per la natura e l'ecosostenibilità, The Shard è stato concepito e realizzato secondo criteri di efficienza energetica: la tecnologia innovativa utilizzata nella progettazione di questo grattacielo fa sì che lo stesso garantisca un risparmio energetico superiore del 35% rispetto ad altri edifici simili. Questo risultato dipende oltre che dai sofisticati materiali utilizzati, da numerosi accorgimenti: la particolare facciata in vetro utilizza un sistema di controllo automatico delle persiane che si autoregolano in base al sole per evitare dispersione di calore; parte del fabbisogno energetico è coperto tramite l'utilizzo di fonti naturali: l'energia solare e quella eolica; è presente un sistema di recupero dell'acqua piovana e della neve; gli ultimi quindici piani sono utilizzati come radiatore, mentre l'energia del vento è utilizzata per raffreddare gli ambienti, rendendo superfluo il ricorso all'aria condizionata; è dotato di una produzione combinata di calore ed energia, che opera con gas naturale proveniente dalla rete nazionale, il combustibile viene convertito in elettricità e il calore viene recuperato dal motore per fornire acqua calda all'edificio. Tra l'altro, Il 20% dell'acciaio utilizzato per la sua costruzione proviene dal riciclo e il 95% dei materiali derivanti dalle opere di realizzazione del grattacielo è stata a sua volta differenziato e riciclato.

Londra e il suo specchio

Al momento non tutta la "città verticale" è abitata, residenze ed uffici sono pressoché vuoti, a causa degli elevati costi e della crisi sovrana. Ma si spera che presto anche The Shard possa vivere a pieno ritmo, come segnale di ripresa dell'economia londinese e anche mondiale.

Renzo Piano ha detto: "Spero che la gente abbia l'impressione che questo edificio abbia un'anima poetica", e che "Londra aveva bisogno di uno specchio" di cui ora l'ha fornita. The Shard è l'anima, lo specchio della Londra moderna: cangiante, svettante, spigolosa ma avvolgente, che si piega e si sovrappone agli insediamenti stranieri, una Londra cosmopolita, dinamica, che si riflette ma contemporanemente si scompone in numerose sfaccettature. The Shard è Londra.

 

A cura di Marianna Tanzilli per Arkistar

Arkistar

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